Il parco forestale del Roero

Sorge al centro dell’ultimo grande bosco della pianura padana, la “Silva popularis” o “Nemus cellar”. Sono oltre 130 ettari di terreno, una grande estensione che conta una parte di bosco vecchio e l’altra di reimpianti. Negli ultimi vent’anni, infatti, sono circa 150 mila le piante messe a dimora.

E’ aperto al pubblico dal settembre del 1997, è una creatura di Roero Verde, un consorzio (oggi associazione Roero Verde 2.0) che opera per il recupero di aree abbandonate proprio nel cuore dell’altipiano boschivo che da Ceresole d’Alba e Sommariva del Bosco scende verso Sommariva Perno, Baldissero e gli altri paesi del Roero.

E’ un parco forestale molto, molto speciale. Infatti è l’unico in Italia, forse in Europa, a finanziarsi,sia pure indirettamente grazie ad una convenzione col Comune, con i soldi di una discarica. L’ingresso nell’area protetta è infatti accanto a quello della sede del consorzio per lo smaltimento dei rifiuti di Alba-Bra. Ed è proprio “l’azienda dei rifiuti” a destinare, ogni anno, una cifra certa al Comune di Sommariva Perno per la manutenzione dei terreni di sua proprietà.

A dar manforte c’è, forte e continua, la Regione Piemonte, che con l’assessorato alla montagna apre, ogni anno, un cantiere forestale con almeno cinque dipendenti e realizza buona parte degli interventi.

Ma torniamo al parco. La strada sterrata dall’ingresso subito s’introduce nell’area verde. A destra ecco le nuove piante, sulla sinistra laghi, davanti verde, tanto verde. Si scende di qualche metro, s’attraversa un rio che raccoglieva acque piovane e si risale lentamente per raggiungere la costale che attraversa tutta la zona. Ed è proprio all’inizio di questa parte del parco che s’apre il cuore dell’area verde con un lago, quello delle ginestre, completamente ripulito, recintato con un semplici pali di legno, attorniato da una zona attrezzata con tavoli e angoli predisposti per il barbecue. E, ancora, un campo di calcetto e l’area centrale per piccole manifestazioni.

Il “cervello” del parco è qui. E da qui si può partire sia per il percorso natura che per raggiungere la pineta dei folletti attraversando uno dei tanti angoli incantati.

Ma chi vuole si può incamminare lungo il sentiero che dal lago torna sulla costale. E qui si incontrano: un lunghissimo parcheggio, naturalmente sull’erba, ricavato in una rientranza degli alberi lungo la strada sia a destra che a sinistra; un’area attrezzata per l’atterraggio dell’elicottero del 118; e la zona più amata dai bambini, l’area giochi.

E’ stata dotata dei divertimenti più belli. Sono tutti “attrezzi” in legno che sembrano voler portare per mano i bambini nel loro incontro con la natura. Ci sono altalene e troni per re e fate, ci sono capanne degli indiani e carrozze, c’è tanta allegria. Ora tutta l ‘area della “pineta dei giochi” è stata recintata con pali in legno per garantire la massima sicurezza.

Vicino ai giochi, c’è la postazione dei servizi, adatta anche per i portatori di handicap e dotata anche di piccole fontane per gli amanti del footing e del jogging che affollano il parco.

A questo punto la strada che corre sulla dorsale si divide. Una corre verso Sommariva Perno dopo aver superato il “pilone dell’Olmetto”, un pilone antico che testimonia anche la presenza dell’uomo nel parco tanti anni fa e può rappresentare un momento di pausa e riflessione per tutti. L’altra strada svolta invece a destra e tra un dolce scendere e salire gira interamente attorno al lago delle Ginestre realizzando un originale “circuito verde” che andrà a sbucare esattamente da dove siamo partiti, cioè vicino al ponticello sul rio.

Continuando a camminare ecco ancora sulla sinistra i nuovi reimpianti, sulle destra il vecchio bosco ripulito con le moltiplicate aree-sosta

Avanza avanza ed ecco la “collina dei rifiuti”, cioè la discarica, ora chiusa, dove per i primi dieci anni sono stati portati i rifiuti di tutta la zona. Mano a mano che il tempo passa viene ricoperta di nuova vegetazione e, quando l’operazione sarà finita, potrebbe diventare la collina più alta del Roero. Una collina vicino alla quale è stata creata un’altra discarica, ma questa volta, come prevede la legge soltanto per rifiuti inerti, trattati e inodori, provenienti dall’impianto di preselezione di Sommariva del Bosco.

Dunque continuando su questa strada si vede la “collina dei rifiuti” e poco lontano da essa ecco un’altra pineta, quella dei folletti, dotata di tavoli, angoli per il barbecue, fontanelle e naturalmente i servizi. Proprio da qui si può scendere attraverso sentieri interamente restaurati verso il lago delle ginestre, il cuore pulsante del parco. E proprio qui si incrocia il percorso ginnico, un tracciato di 1800 metri in un ambiente non solo suggestivo. Si può respirare a pieni polmoni passando su ponticelli in legno che legano le rive, fermandosi vicino agli anelli alle spalliere, agli assi di equilibrio.

E  poco distante c’è il giardino didattico: sono circa tremila metri quadrati dove sono state concentrate tutte le specie forestali che vivono nel parco. E quindi si incontrano la roverella, il rovere, la farnia, il carpino, l’ontano, il ciliegio selvatico, il castagno, la betulla, il pioppo nero, il ginepro, il chiavardello. E accanto a queste le altre specie, cioè quelle usate per i reimpianti: dal faggio al frassino, dall’acero, al platano, all’olmo.

Ma torniamo ancora al lago delle ginestre. Si chiama così perché è molto ricco e quasi attorniato da cespugli di ginestra. Il lago richiama la tipica fauna della zona e vi incontriamo l’airone cenerino, il germano, la gallinella d’acqua, ma anche il gheppio e la poiana e, naturalmente, moltissimi uccelli da passo.

Nel parco stanno crescendo di numero il tasso, la volpe, cinghiali e caprioli.

Una bella segnaletica unisce poi tutta la zona. Ha infatti le stesse caratteristiche. E’ cioè costituita da sostegni in legno con le indicazioni delle diverse località di questo originale paese tutto verde, delle aree sosta, il tutto spesso illustrato da cartine che sono collegate anche ai sentieri e ai numeri che li contraddistinguono che, di qua e di là, lambiscono il parco.

E, davvero, il Roero si conferma una terra antica dal cuore selvaggio e una grande voglia di futuro, futuro che sia verde e ambiente.

Gian Mario Ricciardi

Si ricorda che l’accesso al Parco è consentito solo di giorno.

L’accesso al parco è regolamentato e per accedere bisogna effettuare la prenotazione.